Dal GAP al GAAP

 

La vita merita di essere vissuta per giocare ai più bei giochi (Platone)

Il termine tecnico per indicare la dipendenza dal gioco è ludopatia. In questa categoria non rientra solo la dipendenza dal gioco d’azzardo, ma anche quella dai video giochi, entrambe infatti a differenza di altre – da alcol, da fumo, da droghe di vario genere sono dipendenze sono dipendenze senza sostanze in quanto l’attaccamento e i relativi problemi si verificano senza una alterazione dell’organismo.

La caratteristica del gioco d’azzardo è che vincita e perdita sono dovute al caso, l’abilità non centra affatto. Sono azzardo il lotto, le lotterie, i gratta e vinci, le slot machine, le scommesse sportive, la tombola, il bingo, e ogni loro variante. La dipendenza da gioco d’azzardo, definita Gioco d’Azzardo Patologico è inclusa nel DSM IV tra i disturbi del controllo dei degli impulsi. Per noi un giocatore d’azzardo patologico non gioca, perchè riteniamo che il gioco possa essere patologico ma bensì è l’essere umano, il giocatore, la persona a renderlo tale (argomento che approfondiremo nel prossimo numero).

La caratteristica fondamentale di tali disturbi è la difficoltà di resistere ai desideri, agli impulsi e alla tentazione di compiere atti che sono considerati nocivi per sé stessi o per gli altri. Il soggetto avverte un senso crescente di tensione o di eccitazione emotiva prima di compiere l’azione e prova piacere, gratificazione o liberazione mentre la compie, anche se viene reiterata senza considerarne lucidamente gli effetti sulla propria vita e su quella altrui. Aviel Goodman, psichiatra, parla di dipendenza quando un comportamento che di solito procura piacere comincia a venire praticato in modo compulsivo, cioè quando viene vissuto al di fuori del proprio controllo. A tal proposito lo psicanalista John Steiner spiega: “tali esperienza vanno considerate come rifugi della mente, luoghi mentali e comportamentali ripetitivi i quali hanno la funzione di difendere dall’angoscia “ Ha la diffusione e la velocità di un’epidemia, tutti la conoscono, molti ci guadagnano, alcuni agiscono per contrastarla: è la febbre del gioco” che può insorgere quando i desideri si scontrano con il mondo esterno”.

Le persone più vulnerabili al gioco d’azzardo sono, per lo più giovanissimi, persone con basso reddito, bassa istruzione, ma è numeroso anche il gruppo di anziani. Si stima che il numero dei giocatori compulsivi sia aumentato anche a causa della crisi economica: le nuove generazioni, poveri senza lavoro o i pensionati senza speranza affidano la possibilità di un miglioramento all’azzardo, ad un colpo di fortuna che cambi le loro vite, o almeno in una piccola somma che consenta di pagare la bolletta. Non è affatto semplice nè breve il percorso di disintossicazione da un’abitudine compulsiva che nell’immediato isola mentalmente dalle asperità del quotidiano.

L’organizzazione Mondiale della Sanità ha già riconosciuto la ludopatia  come malattia sociale, anche in Italia, dal gennaio 2013 è stata inserita nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) per garantire il giusto percorso di prevenzione cura e riabilitazione. La nostra associazione in collaborazione anche con il Ser.T di Potenza, si occupa di prevenzione cura e riabilitazione.

Dott. Alvino Sabato

Condividi!

    Leggi Tutto Nessun Commento

    Quando l’amore fa male

    La dipendenza affettiva tra tutte, è forse quella che più ha tardato ad essere riconosciuta come comportamento patologico forse a causa di condizionamenti culturali e di tutta una letteratura che ha letto l’amore, soprattutto quello delle donne, come sentimento totalizzante. Termini comunemente in uso, quali ‘la mia metà’, ci danno la misura di come sia sembrato la norma,percepirsi mancanti senza l’altro.. Oggi la maggior consapevolezza del triste fenomeno della violenza di genere,portata a volte sino al femminicidio, ha fatto sì che le dipendenze affettive venissero maggiormente analizzate. Ovvio che si parla di dipendenza da entrambe le parti, di una relazione simbiotica in cui l’altro è percepito parte di sé, da subire,da tenere legata ..a tutti i costi. La dipendenza affettiva può manifestarsi in molte forme, alcuni s’innamorano follemente di persone non disponibili, altri diventano ossessivi, mentre altri non riescono ad abbandonare una relazione insostenibile anche se sono infelici, trascurati o addirittura in pericolo, alcuni sono codipendenti, altri ancora narcisisti, alcuni usano il sesso per gestire i sentimenti, altri sono sessualmente anoressici. Ma tutti risultano essere impotenti di fronte ai loro pensieri, sentimenti e comportamenti distorti per ciò che riguarda l’amore, le fantasie e le relazioni. In questa condizione relazionale caratterizzata da una cronica assenza di reciprocità, il dipendente affettivo non riesce a conservare la propria individualità, a porre dei confini fra se stesso e l’altro. Contraddistinto da una scarsa stima di sé, da un locus of control esterno, non attribuisce i propri successi o insuccessi a fattori direttamente collegati all’esercizio delle proprie abilità, volontà e capacità bensì a fattori esterni, si attacca eccessivamente all’altro, immaginando che il proprio benessere dipenda da lui e, temendo più di ogni altra cosa l’abbandono e la solitudine; diviene sempre più geloso ed ossessivo verso il partner perdendo nel contempo, a causa del profondo senso di inadeguatezza e dell’ atteggiamento negativo che nutre verso se stesso, la propria libertà. E’ cosi che quando termina un amore o si viene traditi, si finisce per soffrire soprattutto per il fatto che, allontanandosi da noi, l’altro ci conferma il nostro non valore….Dunque, il primo passo è riacquistare il proprio valore personale, il senso di un sé forte e coeso,un locus of control interno, in uno, ritrovare l’amore per se stessi. Non parliamo di amor proprio ma proprio di amore, cura, attenzione per quel regalo che ognuno di noi è, per come è, per le caratteristiche che lo contraddistinguono e che fanno di lui un essere unico e irripetibile. La prevenzione resta il primo degli obbiettivi, se fermare un fiocco di neve è poca cosa, ben diverso è arrestare una valanga,è proprio questa l’intenzione con cui l’ associazione Yin-sieme e l’Associazione Insieme Potenza Città Sociale hanno dato vita alla performance itinerante ‘La terra delle madri danzanti’, utilizzando un approccio multimodale che si sostanzia di letteratura, recitazione,drammatizzazione,musica e danza al fine di coinvolgere emotivamente il pubblico sensibilizzandolo alla tematica.

    F. Antonella Amodio, psicoterapeuta presidente di Yin-sieme Quando l’amore fa male

    Condividi!

      Leggi Tutto Nessun Commento

      Tornare a essere liberi

      Nel linguaggio comune la parola “dipendenza” viene definita come quella condizione per cui una persona si trova nell’impossibilità o nell’incapacità di poter determinare da sola le condizioni della propria vita. Quando dipendi da qualcosa tutto gira intorno ad esse, non riesci a pensare ad altro, inizi a trascurare tutto ciò che ti circonda: famiglia, lavoro, te stesso. E quando ti rendi conto di essere in un circolo vizioso sta a te la scelta di spezzare questa catena. Quando ho capito di essere una pedina, ho deciso di farmi aiutare a riavere arbitrio su di me.  Affidandomi a professionisti ho finalmente riconquistato la mia indipensenza. In generale la dipendenza per l’essere umano è una condizione normale per tante cose: acqua, cibo, ossigeno. Quindi la dipendenza non è sempre sinonimo di malattia. Il discorso cambia se si parla di dipendenze malate, di vere e proprie ossessioni, di vere malattie. Alcool, stupefacenti, gioco d’azzardo, sesso, talvolta persino lo sport. Ma quando siamo dipendenti? Quando la tua vita e il tuo stato d’animo dipendono da qualcosa o da qualcuno, tanto da non poterci fare a meno. Cosa si fa in questi casi? Il primo passo è ammettere di avere un problema. Il secondo è chiedere aiuto a uno psicologo o a un Ser.T . Bisogna applicare indicazioni e suggerimenti e con molta buona volontà si  può tornare a essere liberi.

      Condividi!

        Leggi Tutto Nessun Commento

        EQUIPE


        MARIAELENA BENCIVENGA

        MARIAELENA BENCIVENGA

        Presidente
        DOMENICO MAGGI

        DOMENICO MAGGI

        Direttore C.P.I.
        ANGELA BARAGLIA

        ANGELA BARAGLIA

        Operatore
        PIERO GAROFOLI

        PIERO GAROFOLI

        Operatore
        GIANLUCA GUIDA

        GIANLUCA GUIDA

        Operatore
        SABATO ALVINO

        SABATO ALVINO

        Psicologo
        AMEDEO SALVIA

        AMEDEO SALVIA

        Operatore
        FABRIZIO CERBASI

        FABRIZIO CERBASI

        Psicologo
        LETIZIA TOMASIELLO

        LETIZIA TOMASIELLO

        Sociologa
        GIOVANNI PICCINOCCHI

        GIOVANNI PICCINOCCHI

        Operatore
        VINCENZO PIGNONE

        VINCENZO PIGNONE

        Operatore
        FLAVIA SALVIA

        FLAVIA SALVIA

        Resp. Amministrazione
        FRANCESCA LUCIBELLO

        FRANCESCA LUCIBELLO

        Psicologa
        LETIZIA MARTINELLI

        LETIZIA MARTINELLI

        Resp. Segretaria
        FELICIANA FARENGA

        FELICIANA FARENGA

        Educatore
        FABIO STEFANELLI

        FABIO STEFANELLI

        Psicologo
        GIANNOFRIO MASESSA

        GIANNOFRIO MASESSA

        Psichiatra
        Giovanna Nolè

        Giovanna Nolè

        Psicologa
        Adamo Pace

        Adamo Pace

        Operatore
        Indirizzo:
        viale del basento, 102
        85100 Potenza (PZ)
        Telefono:
        0971.601056 – 0971.1800833
        Fax:
        0971.506444
        Cellulare:
        338.9905806
        logo_completo



        Powered by Warp Theme Framework