“Quando ti metterai in viaggio per Itaca”

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Quando ti metterai in viaggio per Itaca

devi augurarti che la strada sia lunga,

fertile in avventure e in esperienze. ……

…..Devi augurarti che la strada sia lunga.

Che i mattini d’estate siano tanti

quando nei porti,  finalmente e con che gioia

toccherai terra tu per la prima volta …

…Sempre devi avere in mente Itaca

raggiungerla sia il pensiero costante.

Soprattutto, non affrettare il viaggio;

fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio

metta piede sull’isola, tu, ricco

dei tesori accumulati per strada

senza aspettarti ricchezze da Itaca.

Itaca ti ha dato il bel viaggio,

senza di lei mai ti saresti messo

sulla strada: che cos’altro ti aspetti?

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.

Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso

già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.

tratta da ITACA di Costantino Kavfis

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    Dal disagio all’agio

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    Potenza città. Lungo il fiume che attraversa il territorio potentino: viale Del Basento.  All’ ingresso del cancello, sempre aperto, c’è un cartello quasi a dare il benvenuto e il senso del luogo: Potenza Città Sociale, Centro Polifunzionale Integrato. Quasi come un augurio, una speranza che però da oltre due anni è divenuta prima progetto sperimentale e poi sempre più una possibile realtà. Una struttura di tre palazzine divise nella funzionalità ma unite architettonicamente. Due lunghi capannoni le fronteggiano quasi come due custodi e anelli di congiunzione tra esse e il fiume. Comunità terapeutico-riabilitativa “Insieme”, comunità terapeutico-riabilitativa femminile “Le Betulle”, centro di ascolto e counseling “Koinè”, S.I.L. ( Servizio di inserimento lavorativo), Botteghe Artigiane (restauro, cuoio, cucina, bigiotteria, serra), Laboratori protetti (informatico, musicale, sportivo). Insieme. Volutamente Insieme. La realizzazione del lavoro dell’associazione Insieme nasce infatti da un’ attenta osservazione e riflessione del territorio Potentino ad opera dell’equipe psico-pedagogica, che da anni mette in campo la propria professionalità. Anche agli occhi di chi non vive o mastica di sociale è chiaro che oggi non ci si trova più di fronte a domande uguali da parte di gruppi sociali omogenei. Ciò ha come conseguenza, evidente, l’obsolescenza delle strategie di intervento sociale “settoriale” orientate a fornire risposte rigide ed uniformi. Che lasciano in viale Del Basento il posto a risposte capaci di un “to care” complessivo. Ad un disagio complesso bisogna rispondere con una mente collettiva e complessa, ma non forzatamente complicata: un Centro Polifunzionale Integrato. Con la messa in rete delle competenze e delle abilità di soggetti che si occupano di aree di disagio specifiche, sta avvenendo la risposta a differenti disagi che non può che essere quella di una reale rivoluzione nell’ offerta dei servizi. Che sia capace di condurre oltre la progettualità di settore, che garantisca un collegamento tra le competenze e le risorse disponibili, che eviti le duplicazioni, che potenzi gli interventi in essere, che scambi abilità e operatività nella logica di un approccio realmente sistemico. Il Centro Polifunzionale Integrato permette così il miracolo che da problema si passi a risorsa, che il disagio possa essere crescita psichica, ma soprattutto che attraverso una continua osmosi con il territorio si possa realmente credere che il disagio e l’agio possano affiancarsi ed essere contributo reciproco. Nell’ andare via, quando poi il cancello sempre aperto lo lasciamo alle spalle, ci si sentirà una dignità propria e altrui rinvigorita e un pregiudizio ovviamente solo altrui fortemente assottigliato.

    Maria Elena Bencivenga

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      “Ritmi per la vita” Concerto di Beneficenza

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      “Ritmi per la vita” – Terza Edizione – Concerto di Beneficenza per i territori colpiti dalle alluvioni – Auditorium Conservatorio Gesualdo da Venosa – Potenza – 28 Dicembre 2013

      “I tamburi dei briganti”

      si battono per il diritto alla dignità,

      suonano all’insegna della sobrietà,

      cantano al rispetto della vita,

      ballano per schiacciare il pregiudizio,

      ma soprattutto sono schierati sempre dalla parte dei più deboli chiunque essi siano.

      Rievocano il coraggio dei briganti,

      le emozioni dei ricordi,

      la natura della libertà,

      la grande voglia di legalità rivendicando il diritto alla felicità,

      suonando il ritmo della vita all’insegna dell’onestà….

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        Nel cielo le stelle non smettono mai di brillare…

        I bambini del mondo    

        Un augurio speciale a tutti i bambini dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù…….

        Non ti arrendere mai,

        neanche quando la fatica si fa sentire,

        neanche quando il tuo piede inciampa,

        neanche quando i tuoi occhi bruciano,

        neanche quando i tuoi sforzi sono ignorati,

        neanche quando la delusione ti avvilisce,

        neanche quando l’errore ti scoraggia,

        neanche quando il tradimento ti ferisce,

        neanche quando il successo ti abbandona,

        neanche quando l’ingratitudine ti sgomenta,

        neanche quando l’incomprensione ti circonda,

        neanche quando la noia ti atterra,

        neanche quando tutto ha l’aria del niente,

        stringi i pugni, sorridi……….e ricomincia.

        Io sono con Te ..

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          Gli auguri di Natale del Direttore Mimmo Maggi ai colleghi…..

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          Cari amici, colleghi e compagni,

          siamo arrivati al quarto Natale di cammino Insieme, di cose ne abbiamo fatte tante, e ne abbiamo scritte di pagine di vita, nostra e altrui .

          La nostra mission ci ha portato con un fare coraggioso a dare un segnale forte anche a una politica sociale inadempiente che non sempre comprende e valorizza chi nella società civile e sui territori si spende quotidianamente per promuovere coesione sociale, chi sta dalla parte di chi non ce la fa, o fatica ad essere riconosciuto nei suoi diritti di cittadinanza. In questo anno siamo cresciuti rispetto all’esperienza di accoglienza, di cura della vita, di contrasto alle dipendenze, all’emarginazione e al pregiudizio.

          Vi voglio ringraziare a nome dei ragazzi, delle famiglie, dei cittadini, dei bambini, figli di persone che noi ospitiamo e abbiamo ospitato nelle nostre strutture; si spera che un giorno questi bambini saranno uomini sani e veri, grazie al lavoro che noi stiamo portando avanti con passione e dedizione, professionalità ed affettività.

          Ma il ringraziamento più grande viene dalla mia anima, non solo per la stima e il riconoscimento che ricevo da voi quotidianamente, ma soprattutto per il fatto che siete riusciti a far rinascere in me una ragion d’essere che negli ultimi anni si era un po’ assopita, dettata dal fatto che avevo perso l’entusiasmo e la passione per il sociale. Voi avete soffiato di nuovo su questa fiammella, con vigore e forza.

          Oggi sono orgoglioso di lavorare con e per voi; avere una squadra come voi mi permette di pensare, progettare e fare cose buone.

          Come capitano di questa squadra ho la coscienza di essere spesso ingombrante e meticoloso, ma se c’è una cosa di cui sono certo è che non dobbiamo come persone e come associazione accontentarci della mediocrità. Possiamo e dobbiamo dare il massimo di noi stessi. Insisto, perché ho la certezza che ognuno di noi può fare decisamente di più e meglio. Noi valiamo di più di ciò che pensiamo. Ed è anche questa certezza che dobbiamo tramandare alle persone che vivono socialmente con noi, cercando di ritrovare un senso alla propria esistenza. Ed è con questo valore che Vi auguro di trascorrere un sereno Natale e di vivere un 2014 stretti nella solidarietà e nella crescita collettiva.

          Con affetto e stima

          Il vostro direttore Mimmo

           

           

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            Natale “Insieme” 2013

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            Programmazione:

            • 19 Dicembre (ore 19:00)

            Cena Sociale” offerta dall’Associazione Insieme Onlus presso la propria sede

            • 23 Dicembre (ore 16:00)

            Festa dei doni” – pomeriggio in allegria, animato dallo scambio dei regali, auguri, cibo…con accompagnamento musicale

            • 24 Dicembre (ore 20:00)

            Cenone Vigilia di Natale con il piacere di condividere: semplicità, tradizioni,

            amore e tanti gustosi piatti aspettando la mezzanotte per auguri, baci e abbracci

            • 25 Dicembre (ore 13:00)

            Pranzo di Natale giocando insieme a: “TABOO” e “TWISTER”

            • 26 Dicembre (ore 17:00)

            Tombolata con premi e per finire…serata di karaoke con tanta musica e dance

            • 27 Dicembre (ore 17:00)

            Torneo di burraco tra l’Associazione Insieme e il vicinato potentino

            • 28 Dicembre (ore 19:00)

            Concerto di beneficenza “RITMI PER LA VITA” – Terza edizione, con la presenza di diversi ospiti quali I Tamburi dei Briganti, Graziano Accinni, Marialucia Nolè, Fabio Fiorillo, Pietro Cirillo e tanti altri, presso l’auditorium del Conservatorio “Gesualdo da Venosa” a Potenza: I nostri cuori si battono per il sociale. Porta il tuo cuore e fai sentire la tua voce. Il ricavato sarà devoluto interamente alle popolazioni colpite dalle alluvioni.

            • 29 Dicembre (ore 17:00)

            Pomeriggio – sfida a “X- BOX” : tutti contro tutti!

            • 30 Dicembre

            • Ore 16:00: celebrazione Santa Messa con Don Cesare

            • Ore 20:30: Serata – spettacolo: “Insieme’s Got Talent” con scoperta di nuovi talenti

            • 31 Dicembre (ore 20:00)

            Cenone di Capodanno, aspettando tutti insieme il “2014”, assaporando gustosissimi piatti, con tanta musica dal vivo, stupore, fuochi… augurando a tutti: “HAPPY NEW YEAR!”

            • 01 Gennaio (ore 13:00)

            Pranzo di Capodanno con divertenti tornei di “biliardino” e “ping-pong” dove: “vincere sarà una questione di polso

            • 02 Gennaio (ore 17:00)

            Torneo di tressette

            • 03 Gennaio (ore 17:00)

            Incontro di calcio Tra l’Associazione Insieme e i ragazzi della SMART presso il campetto “9 luci” in via Appia Potenza

            • 06 Gennaio

            Buongiorno a tutti!…distribuzione calze della “Befana”

            BUON DIVERTIMENTO!!!

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              Si uccide un sorriso…..Il cielo perde una passata di azzurro…

              bambino

              Una vita muore, senza aver mai assaporato i raggi del sole, del su immenso calore, muore senza aver visto il luccichìo di una stella, il profumo di un fiore, il volo di una farfalla, senza aver visto la vita…muore prima di nascere. Si uccide un sorriso su un viso ancora scomposto, dove le molecole si baciano per far sbocciare un respiro. Il cielo perde così una nuova passata di azzurro, splenderà del vecchio, perché il nuovo non è stato toccato dal destino. E così c’è una vita in meno, un albero in meno, un animale in meno, una poesia in meno… cosi facendo diventiamo molto meno di quello che siamo. Si va avanti, si fugge, si corre, ma dove stiamo correndo, dove… freniamo la nostra corsa facciamo tornare indietro il nostro pensiero fino a ritornare bambini piccoli, ma cosi piccoli da stare nel grembo materno in quel nostro paradiso dove ci sentivamo sicuri e “immortali”. Dove il male sembrasse non avere porte aperte, e lì dove la pioggia non riusciva a raggiungerci. Dove il pensiero e le domande si moltiplicavano in un tempo astratto, con un cuore che batte e fa rumore, con un’anima che canta e dice così…

              Uomini del mondo io sono piccolo e indifeso, siete voi che avete scelto di darmi alla vita, siete voi che decidete per me, ancora non ci conosciamo e già programmate la mia vita, quello che io dovrò essere: un avvocato un dottore, un musicista… a chi devo voler bene a chi no! Decidete se devo vivere o morire prima di vedere voi. La libertà che ho tanto sentito parlare dov’è? Dov’è la mia libertà di scelta, la mia libertà di essere. Vorrei gridare a squarciagola, in questo luogo dove solo io mi parlo, dove solo io mi ascolto. Voglio la mia vita, mi spetta di diritto, quel diritto che a voi non è stato negato e che forse oggi avete dimenticato. Vorrei farvi capire con tutto me stesso quanta voglia ho di vivere, di stare con voi, di provare quelle gioie e dolori che voi provate; anche io vorrei accarezzare l’aria, vorrei provare a piangere, per conoscere il percorso che fa una lacrima sul viso. Sogno, prego che qualcuno esaudisca il mio desiderio: quello di venire nel vostro mondo.

              Vi prego non uccidete i miei sogni, i miei desideri, la mia vita. Io vi ascolto, vi sento, vi percepisco, ancora una volta vi chiedo: tendete l’orecchio verso di me anche se la mia vocina ancora non è definita, ma il mio cuore e la mia anima sì, ed è quella che vi parla. Sì, così piccola e senza peccato, così pulita che voi con le vostre superficialità, con il vostro egoismo non riuscite a percepirla. Voi mi avete deluso, deluso sì. Uno dei miei sogni si sta avverando, sto piangendo. Piango di dolore, quel dolore che voi riuscite a trasmettermi senza che io abbia il modo di difendermi. Tutto questo è un’ingiustizia una vostra ingiustizia che io pagherò a caro prezzo, il prezzo della vita. Vi sento discutere di me, vi sento così freddi nei miei confronti, volete nascondere a voi stessi che io non sono… ma ricordatevi, potete fuggire via da me, fuggire via da tutti e da tutto ma non da voi stessi. Lo so, lo so oramai avete deciso, accetto il mio destino con felicità e riesco a provare gioia per il mio secondo desiderio. L’unico che mi rimane è quello che voi mi negate:

              LA VITA”. Sapere di dover morire prima di nascere è terribilmente assurdo, sapete non è facile per me così piccolo accettare tutto questo, ma io ci provo. D’altronde cosa posso fare per far sì che non accada. Sappiate però che chi ci perde di più in tutto questo siete voi, vi perdete tutto quello che io avrei potuto darvi, e sappiate che ho tante cose belle. L’innocenza dove avreste potuto attingere delle verità a voi sconosciute; l’allegria dove i vostri occhi avrebbero riso di felicità dimenticando le amarezze che vi portate dietro; la vitalità, quella che voi state perdendo col passare del tempo. Tutto questo vi siete persi e forse anche di più. Io non sono capace di giudicarvi, non conosco l’odio.Per questo vi perdono. Queste cose non mi appartengono, non appartengono al mio mondo.

              Se io potessi vi farei venire nel mio mondo, vi farei venire tutti a vedere e sentire com’è bello e pulito il mio mondo, di certo non vi rifiuterei una parte del mio spazio. Ma tutto questo mi e impossibile e tutto ciò mi addolora. Nonostante tutto, vi voglio un gran bene anche se questo vi sembrerà strano; io vi capisco, ogni attimo che passa riesco a capirvi sempre di più, capisco le scelte che voi fate, giuste o sbagliate che siano. Siete uomini a volte buoni a volte cattivi condizionati da fattori esterni che non vi appartengono. Per questo vi giustifico e vi capisco. Fortunato è colui che si trova accanto a voi nel momento buono, altrimenti siete capaci di uccidere.

              Domenico Maggi

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                “La passione di Don Armando”

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                Dal discorso di don Armando Zappolini, presidente nazionale del Cnca , tenutosi durante la presentazione di Un’Altra Agenda, presso la sala convegni dell’associazione Insieme, sede del Cnca lucano.

                “… Una nostra caratteristica,,fin da sempre, fin da quando ci ha fondati don Luigi Ciotti nell’ 82, era quella di partire dalla prassi e di elaborare la teoria, capire le cause: perché i poveri non vengono come lo tsunami o il terremoto,inaspettati, ma sono sempre frutto di ingiustizie: quando c è qualcuno che ha fame significa che c’è qualcuno che ha mangiato troppo ed allora ci siamo stancati di raccattare i rottami e vogliamo capire perché queste cose ci sono. Per questo siamo anche un po’ scomodi. Io vengo dal mondo delle comunità terapeutiche. Quando negli anni 90 si fondò la prima cooperativa, scelsi il nome “Delfino” e lo scelsi perché il delfino è un animale tenero e giocherellone; però il delfino è anche quello che lotta con gli squali, per cui dietro questa dolcezza c’è anche un anima tosta… è questo il Cnca. È molto importante che si parli da una comunità. Noi parliamo al paese e in questo momento ai candidati, ma lo facciamo con i piedi ben piantati nei nostri servizi, lo facciamo avendo nel cuore e nei gli occhi le persone che vivono con noi, che noi accogliamo e che accompagniamo, alle quali noi cerchiamo di dare voce perché molte delle persone da noi accolte, sono persone che non contano niente nella cultura della società. Sono messe da parte; per cui il nostro lavoro di far riconoscere la loro dignità diventa poi la forza che ci porta a parlare. 

                Il welfare non può essere considerato un costo, il welfare è un investimento. Un ragazzo in carcere costa trecentocinquanta euro al giorno, mentre in comunità il costo è di media cinquanta euro; un ragazzo poveraccio, entra in carcere con un problema e ne esce delinquente formato, mentre in comunità entra con un problema e ne esce con una strada da percorrere. Il welfare è un motore di sviluppo, non si può parlare di welfare come qualcosa da risolvere, come carità ed assistenza. Io sono un prete e so benissimo il valore della carità. Non voglio che la politica faccia carità, ma che riconosca i diritti delle persone. Sono dell’ idea che l’assessore alle politiche sociali debba smettere di sciupare soldi e che, invece, crei un percorso virtuoso, in cui il sociale, il welfare, non siano un costo ma un motore di sviluppo. La Politica è schiava della lobby, dove essa è in mano ai grandi interessi privati. Ll’ Ilva insegna: bene privato male comune. Il gioco di azzardo è un’altra prova di quanto la politica abbia ceduto la sua dignità: stiamo promuovendo una campagna nazionale ed io ne sono portavoce….È quindi necessario che la politica stessa si ridia dignità e si liberi dal potere delle lobby e metta in evidenza la centralità della persona: il diritto di ognuno è individuale ed è qualcosa legato alla persona stessa.- La lotta all’illegalità e alla corruzione, non si fa solo prendendo in  onsegna qualche vecchio latitante della mafia, ma bloccando le gradi transazioni finanziarie, per esempio.

                Al centro di “Un altra Agenda” un’ agenda che parte da persone i cui piedi pigiano sulla terra dei nostri servizi, c’è la valorizzazione e la partecipazione dei cittadini. Nessuno di noi fa concettualizzazione, ogni volta che parliamo abbiamo avanti storie. Il nostro fare non basta, occorre davvero che la politica dia una svolta, che sia sintomo di cambiamento per il nostro paese; e siccome siamo fiduciosi vogliamo sperare che sia la volta buona…..”

                DON ARMANDO ZAPPOLINI  
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                  E’ troppo presto per morire

                  aids

                  “Era il 1986, quando a 23 anni, scoprii di essere sieropositivo. Lo feci dopo un incidente che mi obbligò ad alcuni controlli in ospedale, dove il medico mi disse che quei valori più alti della norma potevano dipendere da un’epatite C, forse contratta durante gli anni di abuso d’eroina. Per togliermi ogni dubbio decisi di fare anche il test dell’HIV, senza pensare neanche per un solo istante che l’esito potesse essere positivo. Quando il medico mi comunicò il risultato del test sentivo le gambe che si afflosciavano e il primo pensiero fu: no, non è possibile. Ho vissuto la notizia come una condanna a morte. Subito dopo aver saputo di aver contratto il virus arrivò il pensiero del suicidio; passavano le ore e io ero li, sul davanzale della stanzetta d’ospedale dove ero ricoverato: mi butto o non mi butto. Ma la voglia di vivere prevalse sull’orrore provato in quei momenti, e decisi di non buttarmi: tornai a casa e ci rimasi per un’intera settimana, trascorsa fissando il soffitto, con gli occhi sbarrati, ancora incredulo e atterrito. E’ questo il momento più importante di tutta la storia perchè è proprio allora che accadde qualcosa di fondamentale: decisi di non arrendermi e di continuare a vivere, anche lottando. All’inizio non parlavo facilmente della mia malattia; solo in un secondo momento decisi di aprirmi con gli altri e non nascondermi più. Non mi confidai neppure in famiglia, ma soltanto di fronte alle domande insistenti di mia madre, che grazie al suo istinto materno riusciva a percepire il mio stato d’animo, ammisi che c’era qualcosa che non andava. In quel periodo ho imparato a fingere, a sembrare tranquillo mentre in realtà non lo ero. Nel frattempo iniziai a frequentare un centro specializzato a Milano, dove mi spiegarono che in quel momento per fortuna la malattia non si stava sviluppando: avevo gli anticorpi e gli altri valori che erano ancora nella norma e sarebbero potuti trascorrere anni prima di peggiorare. Non ho mai capito esattamente come sia avvenuto il contagio, ma so quasi certamente di aver contratto il virus per via sessuale, a seguito dei molti rapporti occasionali non protetti avuti negli anni. Siamo alla fine degli anni 80, un periodo in cui si inizia appena a parlare di AIDS e non si hanno certo tutte le informazioni che per fortuna abbiamo a disposizione oggi. Inoltre sono ancora pochi i casi dichiarati, perchè molte persone neanche sanno di essere sieropositive e quelle che lo sanno nella maggior parte dei casi non escono allo scoperto per paura di essere discriminate ed emarginate. Sono anni in cui l’AIDS incute panico e anche in una città grande come Milano, quando iniziai a frequentare un gruppo di auto-aiuto trovai solo 7 persone che come me sentivano il bisogno di condividere le proprie sensazioni e il proprio fardello. Quello è stato un periodo caratterizzato da alti e bassi. C’erano giornate in cui pensavo: è solo una malattia. Altre in cui sentivo di persone che erano morte di AIDS e pensavo: no, è troppo presto per morire. La mia più grande paura, oltre a quello che potesse capitarmi qualcosa da un momento all’altro, era trasmettere il virus a qualcuno e questo mi ha fatto vivere in una condizione di continua paranoia, mandandomi fuori di testa anche per un semplice taglietto. Cambiò anche il mio rapporto con le donne, sia a livello affettivo che sessuale. Avevo paura di legarmi ad una donna per timore di farle correre dei rischi, e quindi mi costrinsi anni di solitudine forzata. Ma le cose, che si voglia oppure no, capitano lo stesso e nonostante gli sforzi si commettono anche degli errori: successe anche a me quando conobbi una ragazza con la quale iniziai a frequentarmi e di cui, dopo un pò mi innamorai. Purtroppo però l’incoscienza ebbe il sopravvento sulla razionalità e accadde ciò che mai sarebbe dovuto accadere: il contagio del virus. Quando fui certo di averle trasmesso l’HIV ebbi di fortissimi sensi di colpa: non riuscivo a perdonarmi nè ad accettare di aver infettato un’altra persona, proprio la persona che amavo, che avrei dovuto proteggere e che non avrei mai voluto perdere. Questo è il momento peggiore della mia storia, momento che ancora mi tormenta, poichè ancora oggi, nonostante siano passati anni e abbia imparato a convivere con l’AIDS, non sono riuscito ad accettare di essere stato così irresponsabile e, probabilmente, non lo accetterò mai. Ma non è finita qui, perchè ad un certo punto la situazione si aggravò e mi ricoverai in ospedale: pensavo che non ne sarei uscito, ma non volevo morire li. Se la situazione si metteva male avrei smesso con la terapia e sarei andato a morire in un posto che amavo molto, la Valle della Luna in Sardegna.

                  Per fortuna questo non è ancora successo e Z. è ancora con noi e può raccontarci la sua storia. Una storia che ci insegna il rispetto e l’amore per la vita, cosa che troppo spesso dimentichiamo. Lo dimentichiamo quando facciamo di tutto per farci del male, quando non vogliamo bene a noi stessi e agli altri, quando pensiamo che un malato di AIDS è non una persona che può darci qualcosa, esattamente come tutte le altre. E’ qui che nasce il seme dell’emarginazione e dell’indifferenza che uccide, e che purtroppo è qualcosa che accade ancora oggi, nonostante ci sia tanta informazione sull’AIDS e molti luoghi comuni siano stati sfatati. Non dobbiamo cadere però nell’errore di sottovalutare la situazione e quindi di abbassare la guardia: l’AIDS esiste e continua a mietere le sue vittime. Oggi è più difficile grazie alle nuove terapie, ma di AIDS purtropp0 ancora si muore. E il rischio del contagio è sempre quello, quindi bisogna prevenire e cercare in tutti i modi di tutelarsi. E’ qualcosa che può salvarci la vita.

                  Z. mi ha regalato un pezzo della sua vita dandomi la possibilità di ascoltare e raccontare la sua storia. Dopo i pomeriggi trascorsi insieme a parlare ho sentito in me che si accendeva come una scintilla e una nuova e più forte voglia di vivere si è impadronita di me. E’ qualcosa che spero si sia acceso anche in voi leggendo questa storia, perchè dobbiamo sempre ricordarci che c’è chi come Z, che convive ogni giorno con l’AIDS e lo fa con determinazione e dignità, lottando per la vita e combattendo contro i pregiudizi. E se lo teniamo sempre a mente vedremo che, quasi per magia, i nostri problemi quotidiani, grandi o piccoli che siano, al confronto diventano quasi insignificanti. Per questo voglio ringraziare Z a piena voce per la magia che è riuscito a compiere nel mio cuore….

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                    EQUIPE


                    MARIAELENA BENCIVENGA

                    MARIAELENA BENCIVENGA

                    Presidente
                    DOMENICO MAGGI

                    DOMENICO MAGGI

                    Direttore C.P.I.
                    ANGELA BARAGLIA

                    ANGELA BARAGLIA

                    Operatore
                    PIERO GAROFOLI

                    PIERO GAROFOLI

                    Operatore
                    GIANLUCA GUIDA

                    GIANLUCA GUIDA

                    Operatore
                    SABATO ALVINO

                    SABATO ALVINO

                    Psicologo
                    AMEDEO SALVIA

                    AMEDEO SALVIA

                    Operatore
                    FABRIZIO CERBASI

                    FABRIZIO CERBASI

                    Psicologo
                    LETIZIA TOMASIELLO

                    LETIZIA TOMASIELLO

                    Sociologa
                    GIOVANNI PICCINOCCHI

                    GIOVANNI PICCINOCCHI

                    Operatore
                    VINCENZO PIGNONE

                    VINCENZO PIGNONE

                    Operatore
                    FLAVIA SALVIA

                    FLAVIA SALVIA

                    Resp. Amministrazione
                    FRANCESCA LUCIBELLO

                    FRANCESCA LUCIBELLO

                    Psicologa
                    LETIZIA MARTINELLI

                    LETIZIA MARTINELLI

                    Resp. Segretaria
                    FELICIANA FARENGA

                    FELICIANA FARENGA

                    Educatore
                    FABIO STEFANELLI

                    FABIO STEFANELLI

                    Psicologo
                    GIANNOFRIO MASESSA

                    GIANNOFRIO MASESSA

                    Psichiatra
                    Giovanna Nolè

                    Giovanna Nolè

                    Psicologa
                    Adamo Pace

                    Adamo Pace

                    Operatore
                    Indirizzo:
                    viale del basento, 102
                    85100 Potenza (PZ)
                    Telefono:
                    0971.601056 – 0971.1800833
                    Fax:
                    0971.506444
                    Cellulare:
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